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Quali sono gli stereotipi e varie “sfumature” di lesbiche che è possibile incontrare nella realtà? L’etichetta di lesbica è ancora utilizzabile? Beh, si sa l’orientamento sessuale non è unidirezionale e racchiude al suo interno un ampio spettro di “sfumature”: non esiste l’uomo o la donna, la realtà è ben diversa.

Ogni essere umano deve vivere la propria relazione d’amore in modo disinvolto e seguire il proprio orientamento sessuale. Sono diversi gli stereotipi femminili che tentano ogni giorno di ripercorrere un lungo e complesso “viaggio” interiore alla scoperta del proprio ego.

Affrontare questo complesso processo può portare ad uno stato confusionale: da questa premessa diversi studi e ricerche psicologiche hanno tentato di individuare diverse figure e “sfumature” di lesbiche. Questa guida mira a ripercorrere e ad individuare i diversi profili psico-comportamentali di lesbiche che si possono incontrare se si è iscritti ad un sito di incontri saffici online.

Etichetta “Lesbica”: evoluzione sociologica e culturale

All’interno della comunità LGBTQ si può etichettare con il termine di “lesbiche” un gruppo di soggetti di sesso femminile che provano attrazione fisica e sessuale nei confronti di altre donne.

L’etichetta di “lesbica” è sempre stata utilizzata nella storia in senso dispregiativo, ma con l’evoluzione sociologica, le lesbiche all’interno della comunità hanno cominciato a mostrare elementi di differenziazione e divergenze di pensiero.

Uraniste, saffiche, tribadi, urninghe, butch, femmes fatale sono tutte “sfumature” e stereotipi del mondo e della cultura lesbica che si possono incontrare nella vita reale e sui siti di dating online. Scopriamo i profili psico-comportamentali ed estetici delle lesbiche.

Butch

Butch o “maschiaccio”: chi è questa figura più maschile che femminile? Una “donna molto maschile”, un “maschiaccio”, un “camionista” (tradotto in lingua italiana): ecco tutte le espressioni gergali che possono essere utilizzate per indicare una lesbica con atteggiamenti ed abbigliamento prettamente mascolini.

Il termine di Butch era spesso utilizzato per indicare gli uomini virili e macho: con i cambiamenti sociali, oggi il termine “Stud” etichetta tutte le donne che si vestono con abiti da uomo, portano i capelli cortissimi e detestano il maquillage. Inoltre, dal punto di vista estetico mostrano un “corpo massiccio e lineamenti duri”.

Negli USA il termine di “butch” può essere utilizzato come sinonimo di “dyke”, “bulldyke”, “bulldagger”, “stone butch”. Nel nostro paese non sono contemplate queste “sfumature” e stereotipi di lesbiche “butch”.

Lipstick Femme

La lipstick femme è una lesbica molto femminile che adora il rossetto, per questo è denominata anche “lipstick girl”: si tratta di una giovane sensuale che “sfoggia orecchini, accessori e trucco”, adora utilizzare capi di abbigliamento molto femminili, talvolta anche sexy ed attraenti.

All’interno del segmento delle lipstick femmes si suole individuare la sottocategoria delle lesbiche “lipstick blue jeans” che si distinguono dalle femme per la maggiore propensione ad indossare abiti più casual ed informali. Inoltre, amano “confondersi” all’interno della massa e sono soprannominate le “invisibili”: l’adeguarsi ai canoni estetici femminili rende questo tipo di lesbica poco visibile e alimenta l’idea che questa assuma il ruolo della donna all’interno della coppia butch-lipstick.

Tuttavia, ad oggi questa distinzione è considerata troppo riduttiva e “superata”; infatti, si possono incontrare all’interno delle coppie lesbo soggetti che tendono ad essere maggiormente femminili o maschili. Oggi l’utilizzo del termine femme va sempre di più scemando e si utilizzano maggiormente i termini di girly o chapstick.

Chapstick

L’attrice americana e conduttrice televisiva Ellen Lee DeGeneres ha coniato il termine “chapstick” per alludere al fatto che queste lesbiche “preferiscono il chapstick al rossetto e i capelli corti ai capelli lunghi”, amano vestirsi casual e non utilizzano altri trucchi. Questa definizione nasce in opposizione alle lipstick lesbian, che deve il nome all’utilizzo di trucchi e del rossetto.

Chapstick è la marca di burrocacao più diffusa in America, l’equivalente in Italia del Labello. La parola chapstick è spesso usata, all’interno della comunità di lesbiche, come alternativa al termine “soft-butch” o androgino.

Gli attributi chiave ed i caratteri distintivi e riconoscibili di una lesbica chapstick sono: prediligere un abbigliamento casual, costante attenzione all’atletica e al notevole interesse per lo sport. Numerosi sociologi ritengono che le “chapstick lesbian” siano una “forma di identità secondaria all’interno della cultura Queer”.

Queer

Queer deriva dalla parola tedesca “quer” che significa “di traverso”, “diagonalmente”: letteralmente viene tradotto con il termine di “eccentrico” o “insolito” ed indica tutto ciò che non è eteronormato. Una persona queer è priva di “etichette”; infatti, questo termine è stato coniato per contrapporsi agli stereotipi diffusisi all’interno della comunità LGBT.

Tomboy o “maschiaccio”

La lesbica Tomboyè un’altra sfumatura di donna-maschiaccio, ma differenza della butch, mantiene alcune caratteristiche femminili”. Pur essendo una donna maschiaccio, non rinuncia al rossetto o alla matita agli occhi o al kajal, indossa abiti casual, non usa orecchini, ma al massimo piercing e non porta i capelli corti.

Lesbiche Boi o Boy

Si chiama lesbica Boi o “ragazzo” colei che appartiene alla comunità di ragazze dall’aspetto estremamente giovanile e carino. Le Boi sono estremamente eleganti e si vestono da dandy, sono magre e avvolgono il seno con bende o reggiseni olimpionici.

Si possono trovare diverse “sfumature” all’interno di questa categoria di lesbiche “ragazzo”: quelle si vestono come gli skateboarder; boe preppy che indossano cravatte e jeans con scarpe da ginnastica; bois che indossano l’eyeliner nero e coloro che sono alla moda e vogliono apparire come rockers. Nella maggior parte dei casi, le Bois indossano jeans maschili e costosi, camicie aderenti strette, cravatte e magliette da giovanotto.

EMO

Il termine inglese EMO è nato per identificare una subcultura giovanile emersa negli Stati Uniti, in particolare a Washington D.C., tra gli anni ‘80 e ‘90 e deriva direttamente dal genere musicale emo e dal punk rock.

Per più di un decennio, il termine emo è stato usato quasi esclusivamente per descrivere il genere musicale, ma con il passare del tempo e con l’evoluzione della subcultura emo in altre mode o subculture, si è assistito alla possibilità di utilizzare questo termine anche all’interno della comunità di lesbiche.

Le lesbiche EMO amano abbigliarsi con jeans stretti ed aderenti, portano una lunga frangia asimmetrica e adorano truccarsi gli occhi di nero. Adorano indossare T-shirt aderenti raffiguranti le band musicali preferite e calzano scarpe da skater tipo Converse o Vans.

Hasbian

Hasbian, dall’inglese has-been lesbian, indica ed “etichetta” tutte le donne che hanno avuto un passato da lesbica, ma hanno cambiato il proprio orientamento sessuale, preferendo instaurare relazioni eterosessuali. Si tratta di un termine da molti considerato offensivo.

Lesbiche del Potere

Le “lesbiche del potere” sono vere e proprie leader, donne ambiziose che amano distinguersi dalla massa, adorano far parte di una ristretta cerchia elitaria (politici, media, star internazionali, attrici, etc.). Secondo la definizione riportata da YourTango, “la lesbica dominatrice è una leader nel suo campo d’azione e nella sua professione, è influente, competente e ha sente di far soldi”.

Sport Dyke

La Sport Dyke è una lesbica atleta che ama distinguersi nelle discipline sportive: si pensi alla leggendaria stella del calcio Amy Wambach o alla campionessa di basket Seimone Augustus. La loro unica ossessione è praticare la disciplina sportiva preferita dalla mattina alla sera.

Lesbiche “attiviste”

L’attivista lotta per vedere riconosciuti i propri diritti e per chiedere ai legislatori di apportare cambiamenti reali e positivi all’interno della società e nella comunità LGBTQ. Le attiviste si distinguono dalla massa per il fatto di vestire con i colori della bandiera arcobaleno e di sfilare in parate o organizzare Gay Pride.

Molte lesbiche si impegnano in politica per assicurare che le loro voci possano essere ascoltate e che i diritti di tutti siano protetti e rispettati.

Lesbiche vegane

Per concludere la nostra lista di profili psico-comportamentali, si deve prendere in considerazione che si possono incontrare anche lesbiche attente ad eliminare dalla propria dieta il consumo di carne, pesce, uova, latte ed ogni altro cibo di origine animale. Pecorino? No, grazie tofu.

Ecco la nuova generazione di lesbiche vegane che adora cucinare con la propria partner prestando la massima attenzione al consumo di ortaggi, frutta fresca e secca, cereali integrali, latte vegetale e legumi.  L’attrice Portia DeGeneres osserva a tal proposito: “È più difficile essere vegani che gay. Penso che le persone abbiano più difficoltà ad accettarlo“.